convinzione subliminale
Colombo Special 06 “Scandali ad Hollywood” (visto su YouTube) dove si presenta uno stereotipo americano dell’italiano.
Considerazioni da fare sul gigante economico che con un paio di centinaio d’anni di storia pretende di insegnare la storia e di un Bel Paese ridotto in ginocchio dalla mancanza di cultura, se non ignoranza, imperante…
Visto che ormai da tempo faccio l’accompagnatore culturale per i turisti italiani in Giappone, intendo aggiungere a questo blog un altro… viaggidotblog.wordpress.com.
Eh, sì, il Giappone ha più di quattro stagioni. Ve ne è una quinta, inserita tra la primavera e l’estate e ci chiama “Tsuyu”… è una stagione uggiosa, con pioggerelline incostanti ma presenti, un’influenza dei monsoni che imperversano la Concincina e il Subcontinente Indiano.
Tutti ne parlano.
E ne parano come sapessero di che cosa stiano parlando, ma —guarda caso— proprio nessuno dice chiaramente cosa sia. Nessuno che vogia spiegare a colui che, brancolando nel buio, ripete la parola senza pensare al concetto che essa rappresenta.
Si tratta, probabilmente, di una di quelle parole che assume, camaleonticamente, diverse apparenze a seconda del contesto. Manifestazioni di piazza sono espressioni di cultura (sempre, però, senza previa definizione del concetto, ancor prima della parola). Altrettanto sono manifestazioni culturali le partite di pallone allo stadio, gli incontri mondani (quelli tipo “La dolce vita” di felliniana memoria) o qualsiasi altra espressione concordata con altre persone. Infatti, nessuno parla di cultura osservando un gruppo di gatti, quantunque potrebbe essere ipotizzata benissimo una cultura felina…
Checché se ne dica, la prima cosa necessaria da fare ritengo sia proprio quella di prenderne coscienza. Prendere coscienza dell’esistenza, in noi, di una cultura. Cultura che si è venuta a formare lentamente quantificabile in ere geologiche spirituali. Il fatto più grave, sempre a mio avviso, è quello di aver barattato la cultura con l’istruzione. Soprattutto quell’istruzione atta alla manipolazione dei dati tramite un processo stocastico dove tutti possono apparire profeti e statisti.
La mania di adeguatezza colpisce quasi tutti… tutti ci sentiamo “adeguati” alle situazioni (qualunque esse siano)… che sia il malanno della nostra epoca?
L’origine della crisi italiana deve essere ricercata agli inizi del Cinquecento (Machiavelli docet, vedasi nel capitolo XXIV de “Il Principe”) causa l’ignavia dei principi itaiani… e così. dopo esser stata chiamata, in passato, Ausonia, Esperia, Enotria e Saturnia, al giorno d’oggi si chiama Cuccagna. Che poi Klemens von Metternich abbia sctitto la famosa frase Italien is ein geographischer Begriff, che la parola Italia sia una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle, non è neppure più tanto valida vista l’ingnoranza generale in materia di grammatica degli italiani.
Colui il quale, costretto dalle casualità della vita o dalla mera necessità, vive lontano da dove è nato e cresciuto, vede le cose in modo differente da chi, vivendole nel quotidiano, non si accorge del lento mutare delle cose. Si pone inoltre domande assai strane. Ad esempio dove si trova l’inganno di un partito politico estremista (comunista o fascista che sia} a proclamarsi “democratico”?
E ancora: che cosa è “La Leopolda” oltre ad essere una casa di piacere (una “casa chiusa” d’oggidì) anteguerra?
Possibile che il popolo italiano, che per risosrse storiche, culturali, artistiche ed agroalimentari dovrebbe essere il più ricco del mondo, si è ridotto alla miseria?
