Sunday, March 10, 2013

Parlando di solitudine...

Con Hermann Hesse potrei dire che la solitudine è indipendenza. Aristotele sostenava che siccome l’uomo è un essere sociale par excellence, chi vive escluso dalla comunità è malvagio. Capisco, dunque, perfettamente bene che la parola “solitudine” viene normalmente vista, o meglio, sentita come cosa non gradevole, se non addirittura triste e deplorevole. Ma ritengo che —almeno nel mio caso— la cosa debba essere interpretata in modo leggermente diverso anche perché non vivo avulso dalla comunità.

Il fatto che si nasce e si muore soli, nel senso che nessuno si perita d’accompagnarci in questi due grandi eventi, in base al principio di ragion sufficiente dovrebbe farci riflette sul fatto che la condizione di “solitudine” non è affatto estranea alla nostra intrinseca natura.

Socialmente parlando la condizione di solitudine è differente se un dato individuo, sponte sua, si isola oppure viene ostracizzato et ipso facto isolato. Nel caso preso in esame, cioè il mio, compos mei ho deciso di smettere di accompagnarmi con la miriede di Cacasenno, approfittatori che per discreditare gli altri s’appropriano dei talenti altrui, imbonitori, arrivisti, pervenu vari, insomma tutte quelle persone che mi sono accorto mi stavano intorno solo per discutere vanamente sui titoli ma non sui contenuti con il puro gusto di passer du coq à l'âne. Ho rotto socialmente con costoro in quanto ritendo siano deleteri per la coscienza. Mi sono infatti accorto di amare la solitudine perché la mia anima ha fretta.

Ciò non toglie che io continui ad essere un essere sociale: la mia condizione di solitudine è nei confronti della socievolezza. Ho semplicemente smesso di competere in quanto non trovo interesse in ciò che gli altri fanno. Parimenti, in genere, desidero che gli altri non trovino interesse su ciò che faccio nella mia vita privata. Proprio come non concepisco lo Stato che si interessa della morale dei suoi abitanti e non del loro benessere. Laico e di libero pensiero fino in fondo… essenziale è non nuocere agli altri.

Dixi.

IMG_0306-2013-03-10-10-28.jpg

6 comments:

  1. This comment has been removed by the author.

    ReplyDelete
  2. Scusate, le prove ma dopo tre tentativi falliti mi sono fatta aiutare e spero ora di riuscire a pubblicare il mio commento

    ReplyDelete
  3. Eliano, complimenti per le parole che hai usato, io non sarò brava come te ma spero di far capire il concetto. Condivido in pieno il significato che dai alla Tua solitudine non riesco solo a capire quando affermi che la tua anima ha fretta, rileggo e rileggo ma non capisco proprio. La facilità di stare con gli altri, che esprime Elettra non riesco a condividerla in quanto nella mia vita la difficoltà maggiore l'ho sempre avuta nel relazionarmi e nel condividere i valori con gli altri proprio per l'ultima frase di Elettra "sono sicura di avere in me (patrizia) un'amica leale che non tradirà mai la mia fiducia" e aggiungerei ci sarà sempre nel momento del bisogno cose importantissime che sono sempre stati alla base delle molteplici delusioni

    ReplyDelete
    Replies
    1. Patrizia, grazie per i commenti. La mia anima ha fretta e non può fermarsi ed essere disturbata da tutti gli esseri maligni che ci circondano. Ha fretta di andare e liberarsi, di volare, e di amare. Non può sedersi ed aspettare che le cose avvengano, le deve andare a cercare... nel più profondo di sé.

      Delete
  4. Grazie, ora è chiaro e condivido ma metti sempre tanta attenzione rimango ancorata al fatto che Eliano può contare veramente senza delusioni solo su Eliano così anche Patrizia.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Bellissima considerazione Eliano, la solitudine, a volte soddisfa il nostro miraggio di libertà.
      E' quando ti ritrovi, improvvisamente solo che realizzi quanti altri "altri" possono darti la certezza di non essere nè unico nè solo.

      Delete